Relazione DIA 2024: le nuove mafie si alimentano di povertà educativa e mancanza di opportunità

È stata presentata la Relazione sull’attività svolta e risultati conseguiti dalla DIA nel 2024, documento che fotografa la situazione della criminalità organizzata di stampo mafioso in Italia, offrendo un’analisi dettagliata dei fenomeni più preoccupanti.

Tra le righe della relazione — presentata al Parlamento dal Ministro dell’Interno — emergono riflessioni importanti sui mutamenti profondi che stanno trasformando le mafie.

“Non si tratta più — o non solo — di una mafia che seleziona in base al sangue o alla tradizione familiare. Oggi a pesare sono la rapidità di esecuzione, la fedeltà cieca, la disponibilità al rischio. E, soprattutto, l’assenza di alternative. La povertà educativa, la dispersione scolastica, la mancanza di presidi culturali e sportivi rendono molti contesti urbani terreni fertili per il radicamento mafioso. Così la mafia, più che imporsi con la forza, si sostituisce allo Stato come punto di riferimento per chi cerca status, denaro, riconoscimento.”

Questo passaggio — estratto dall’articolo di Joska Arena su ilsicilia.it — ci ricorda quanto sia fondamentale, oggi più che mai, lavorare per creare alternative reali per le comunità più fragili.

Al Museo Falcone e Borsellino crediamo fortemente in questo impegno collettivo: la lotta alle mafie passa anche attraverso l’educazione, la cultura, il sostegno ai giovani e alle comunità. Solo così possiamo strappare terreno fertile alle mafie e costruire una società più giusta, inclusiva e libera.

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